“Quando un’opera presenta parecchi pretesti, molti significati e soprattutto molte facce e molte maniere di essere compresa e amata, allora certamente essa è interessante, allora è una pura espressione della personalità. Un’idea appare allora tanto più individuale e stimolante quanto più numerosi pensieri, mondi e attitudini vi si incrociano e vi vengono a contatto”.
[Umberto Eco, Opera aperta].
Uno spazio piccolo, forse una stanza di una giovane donna. Una successione di musiche, canzoni, voci narranti come una radio accesa o semplicemente un susseguirsi di ricordi e considerazioni scaturiti dall’essere soli con sè stessi in un luogo familiare. Due ‘personaggi’ all’interno di un contesto che li rimescola come in un frullatore fatto di cinema d’autore, ragtime, beat italiano e parole elettroniche compongono un ritratto romantico e irreale, una figura unica della quale rappresentano i due aspetti: il tratto esteriore, patinato e quello interiore, critico. L’alternarsi tra il guardarsi e il “sentirsi” crea il ritmo e la dinamica.
Ad incrociarsi in questa occasione i coreografi Sabrina D’Aguanno, Sonia Di Gennaro e Ciro Venosa, per
esprimere e raccontare sensazioni e paradossi della mente umana attraverso movimenti, gesti, parole sensate e non, voci urlate o sussurrate. Interazione di suoni, parole e voci come compagni di viaggio alla ricerca di leggerezza, libertà, assenza di costrizioni.
Il lavoro presentato si ispira e coglie spunti creativi da “Quasi cielo” di Raffaele De Martino e da “Efil” di Ciro Venosa.
Ideazione e direzione artistica Elena D’Aguanno
Interventi coreografici Sabrina D’Aguanno, Sonia Di Gennaro, Ciro Venosa in collaborazione con GDS Balletto di Genova
Produzione 2019 con il sostegno della Regione Campania